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domenica 28 febbraio 2010

I fumetti di Mitsuru Adachi (terza parte)


La prima parte dell'articolo.
La seconda parte dell'articolo.

Il classico ammiccamento al sesso può essere individuato anche in una coppia di tavole di “Touch”.
Nella serie “Touch” il baseball occupa tantissimo spazio ma non è mai preminente perché l’autore preferisce dare maggiore risalto alle vite e ai destini dei personaggi, puntando a costruire un vero e proprio fumetto di formazione. Nel complesso dell’opera, di tutt'altra forgia rispetto a “Slow Step”, pesa infatti la morte di uno dei protagonisti avvenuta nel quinto volume: questo fatto condiziona le vite degli altri personaggi, gettando un’ombra sulle loro esistenze e condizionando i loro valori e aspirazioni. Il fumetto però non è solo un dramma sentimentale perché Adachi ha la cura di affiancare a questo tema altri elementi indispensabili per caratterizzare degli adolescenti che siano credibili: il divertimento cameratesco fra compagni di squadra, gli innamoramenti, i conflitti con gli insegnanti e i genitori, i primi pensieri sul sesso e, come detto, il baseball.


Touch è quindi un'opera molto ricca e varia e in questo quadro il baseball, pur essendo quantitativamente molto presente, si riduce a un mero strumento attraverso il quale i personaggi vogliono sia superare il trauma causato dalla morte prematura del loro compagno sia vivere e godere degli anni dell'adolescenza.
E’ alla luce di tutto questo che va letta la coppia di tavole pubblicata nelle pagine 159 e 160 del diciannovesimo volumetto di “Touch”.
La squadra dell’istituto Meisei, nella quale milita il protagonista Tatsuya, sta giocando una partita all’ultimo sangue contro la squadra dell’ex compagno Yoshida. La tensione è palpabile e l’impegno dei giocatori è estremo e al culmine. Dopo sei inning il risultato è zero a zero e la partita è combattutissima. Yoshida è lanciatore mentre alla battuta per il Meisei si è presentato Matsudaira (il ciccio simpatico). I due hanno iniziato a fronteggiarsi a pagina 150 e dopo nove pagine l’adrenalina è salita e la situazione si è fatta intricata. A pagina 159 si intuisce che sta per arrivare il momento decisivo: Matsudaira gira la mazza con vigore e convinzione e l’impatto con la palla potrebbe regalargli un fuoricampo.


A questo punto il lettore gira la pagina e… c’è una ragazza nuda che si fa la doccia!
Adachi abbandona deliberatamente tutta la suspense che aveva costruito nel corso di un intero volumetto e dà una sterzata all’atmosfera del fumetto. Il baseball, al quale nelle pagine precedenti era stato dedicato tutto lo spazio, torna in secondo piano. In questo modo Adachi, con una doccia fredda (letteralmente) sui lettori, fa capire che “Touch” non è un fumetto di baseball ma una storia di adolescenti che cercano di crescere e che possono vivere momenti intensi o drammatici alternati ad altri felici e scanzonati.

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