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giovedì 18 ottobre 2007

La ricetta della crisi del fumetto


Il fumetto italiano è in crisi perché c'è un duopolio, non importa quale.

"La crisi dell'editoria fumettistica italiana (...) è ora soggetto di analisi sulla rivista francese di settore BoDoi che sintentizza "Dopo 60 anni, due enormi editori si dividono il mercato del fumetto in Italia. Ma Bonelli come Disney hanno conosciuto rovesci di fortuna: pur restando un riferimento del genere, ciò che viene pubblicato attira sempre meno lettori che in passato"." [da www.afnews.info]

"Alla Fiera del libro di Francoforte Claudio Curcio (che rappresentava l'Italia in questo convegno nel quale Pasamonik rappresentava la Francia) "si preoccupa per il bipolarismo italiano tra la multinazionale Panini, con le sue licenze giapponesi e americane, e una editrice a conduzione famigliare, la Bonelli, che si adatta con difficolt� ai cambiamenti"." [da www.afnews.info]

Io dico che c'è un duopolio di Planeta DeAgostini e Gruppo Editoriale L'Espresso, così evitiamo di nominare sempre la Bonelli.

1 commento:

  1. Io dico, invece, che la crisi (che pare sia sempre esistita e questo già aiuta a pensare) dipende dal fatto che chi è attivo da anni si accontenta di portarsi a casa le sue briciole di rendita diminuendo le sue pur giganti proporzioni e chi invece si sbatte ed ha la faccia tosta di PRETENDERE una attenzione di merito col tempo la ottiene e cresce.
    Direi che, negli ultimi.. 5 anni, si possa notare una crisi Economica, non certo culturale e di produzione. Tanti sforzi arrivano da realtà Minuscole e spaccano.
    Pochi sforzi da grandi colossi e astuzie pressapochiste (tipo le produzioni Planeta) abbassano il livello nel grande circuito e questo dovrebbe far vergognare qualcuno.
    Il fumetto italiano non è proprio niente male e sempre di più si sa confrontare con l'europa almeno. Ovvio, senza supereroi, che non sono mai appartenuti più di tanto alle logiche nostrane, ma noi ci siamo.

    La crisi è solo economica e non è irrisolvibile.

    Per fortuna Bonelli e Disney non sono più i soli riferimenti possibili, ci sono altri estremi, ormai.

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