Aggiungo un nuovo post alla serie di articoli dedicati al plagio di Giuseppe Ferrario ne Le cronache del Mondo Emerso. Questa volta linko un articolo del blog Harrr e un altro testo scritto dall'autore dell'articolo.
Devo dire che questa ricostruzione non mi convince.
Primo motivo: i fattori esterni.
L'autore dell'articolo effettua una cesura fra meccanismo che ha portato alla nascita dell'opera (il remix) da un lato e intenzioni dell'autore (ricalcare per sbrigare il lavoro in fretta) e contesto nel quale ha lavorato Ferrario (cioè il rapporto con gli altri autori, il contratto con la casa editrice, la percezione di cos'è il plagio da parte dei lettori) dall'altro lato.
Per l'autore dell'articolo le intenzioni e il contesto sono irrilevanti. Trovo sbagliato questo atteggiamento perché l'opera in sé è solo uno dei tasselli che vanno presi in considerazione quando si valuta un'opera.
Un esempio nel campo dell'arte: l'opera di un pittore può essere definita arte se rimane in un cassetto e non viene presa in considerazione dal circuito delle gallerie e dei musei? La risposta molto probabilmente è no. Un'opera d'arte è tale anche perché le gallerie hanno deciso di esporla.
Anche nel campo dei fumetti ci sono delle variabili esterne all'opera che vanno tenute in considerazione quando la si valuta. Per esempio la pubblicazione su un quotidiano implica un formato al quale l'autore si deve adattare.
Un altro fattore esterno è la percezione negativa che la società ha del plagio. L'autore sa che se ricalca corre il rischio di passare per un poco di buono che ruba le opere di altri e le spaccia per proprie.
L'autore dell'articolo del blog Harrr scrive: "siamo tuttora ancorati al fatto che esista l’Artista con la A maiuscola, che dal cilindro del suo Genio tira fuori l’opera Originale."
Clic qua per leggere la seconda parte dell'articolo.
domenica 2 agosto 2009
Le cronache del Mondo Emerso come opera nuova che nasce da un remix (prima parte)
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