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martedì 21 luglio 2009

A proposito del plagio ne Le cronache del Mondo Emerso



Abbastanza spesso (troppo spesso) si sentono discorsi belli, buoni e saggi sul fatto che il fumetto non è quasi mai arte: è artigianato, la tal casa editrice è una factory, è un'industria, un lavoro, una professione.
Gli autori di fumetti amano dire - senza troppa finta modestia, spero - che sono dei professionisti che svolgono un lavoro da artigiani.

E' in quest'ottica che va valutato il plagio di Giuseppe Ferrario ne Le cronache del Mondo Emerso (ne avevo già parlato in questa notizia). Panini vuole sfruttare un nome - Licia Troisi - e un marchio - la serie di romanzi fantasy Le cronache del Mondo Emerso - per fare una miniserie a fumetti che in futuro sarà ristampata in volume da Mondadori.
Gli autori selezionati vengono contattati dall'alto e viene loro chiesto se sono disposti a realizzare un fumetto con certe caratteristiche. La capacità di scrivere e disegnare, oltre al curriculum che dovrebbe comprovare l'affidabilità degli autori, viene prima delle esigenze "artistiche": se gli autori contattati non se la sentono basterà chiedere ad altri professionisti fino a che non capita chi è interessato.
Dagli autori ci si aspetta un lavoro artigianale. Se poi la imbroccano e ne esce qualcosa di più, tanto meglio. Tutto questo è ben chiaro agli stessi autori: dubito che, almeno in partenza, qualcuno di loro abbia visto nelle Cronache del Mondo Emerso l'opportunità di fare qualcosa di rivoluzionario.
Scrittore e disegnatori dovevano fare un lavoro onesto (nel senso di "non tirato via"), tanto nei confronti dei lettori quanto della casa editrice e dell'autrice che hanno affidato loro il loro nome e il loro marchio.
Verso il marchio e verso i committenti c'era anche il (sottinteso) dovere di non creare alcun tipo di situazione imbarazzante. E ricalcare crea imbarazzo non solo verso chi plagia ma anche verso i committenti.
C'è differenza fra ricalcare quando si lavora "per se stessi" e quando si realizza un progetto per un committente che si aspetta un lavoro artigianale. Nel primo caso si può anche plagiare di proposito, magari con l'intenzione di provocare e mettere in crisi il concetto di plagio e la legge sul diritto d'autore; si può anche ricalcare perché si è convinti di aggiungere al ricalco degli elementi che danno originalità all'opera. Nel secondo caso invece non si deve mettere in cattiva luce il marchio del committente.
Per inciso quando si ricalca andrebbero avvisati i colleghi, magari per discutere e capire se è vero plagio o c'è abbastanza originalità e per avvisarli che qualcuno potrebbe fare il paragone con le tavole ricalcate. In questo caso i colleghi non sono stati avvisati.

Scusate se ho scritto una caterva di cose ovvie, ma in una discussione nata nel blog di Roberto Recchioni ho letto una sfilza di opinioni, scritte da professionisti e artigiani, che non stanno né in cielo né in terra. In questa occasione la categoria dei disegnatori di fumetti ha fatto una figura peggiore del solito.


AGGIORNAMENTI

C'è qualcosa di originale nelle Cronache del Mondo Emerso? I plagi si moltiplicano.

Panini sospende Le cronache del Mondo Emerso.

Anche Repubblica parla del plagio ne Le cronache del Mondo Emerso.

2 commenti:

  1. Ah però. manco 3 numeri all'anno! Bella media!

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  2. sorry sbagliato post... cancella pure....

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